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La recensione di Beppe Spadini

IL POSTO DELL'ANIMA

Bell'esempio di cinema intelligente, di denuncia (sul tema della condizione operaia) asciutta, senza esasperare i toni (anzi, con molti momenti gradevoli di un'ironia ora affettuosa, ora amara), ma proprio per questo efficace, perch� il pubblico percepisce drammaticamente la verosimiglianza delle vicende descritte.
Le 3 figure operaie formano un trittico complementare: il vecchio sindacalista (Placido) colpevolmente teso all'accordo con l'azienda, ingenuamente fiducioso, pi� probabilmente rassegnato; il pi� disincantato e combattivo (Orlando), per altro sollecitato dalla fidanzata (la Cortellesi), trasferitasi a Milano, a raggiungerla abbandonando un lavoro senza pi� prospettive; il ribelle (Santamaria), che tende a sfogare con uscite intempestive, a volte con violenza, l'angoscia legata al pensiero della propria condizione familiare (2 figli piccoli, la casa, ecc.ecc.).
Il regista Milani (di cui ricordiamo il delizioso "Auguri professore !", sempre con Orlando) segue i propri personaggi dandone un profilo a tutto tondo, senza cadere nell'agiografia, ma anzi non risparmiandoci i limiti dei suoi "eroi". Molto belle sono ad esempio le scene familiari, a partire dall'iniziale panoramica sulla sveglia collettiva, che con un paio di dialoghi dicono molto degli equilibri e delle dinamiche emotive interne: pensiamo ad esempio al rapporto tra Placido e il figlio.
Gli attori sono tutti bravi, con Orlando, Placido, Cortellesi (nell'ordine) davvero eccellenti. Anche la colonna sonora � piacevole e funzionale. Insomma, nel suo piccolo, un film riuscito.

Spadini

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