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La recensione di Beppe Spadini

BIRTH - IO SONO SEAN

Purtroppo, non è che assemblare uno spunto sufficientemente inquietante (un bambino di 10 anni che sostiene di essere la reincarnazione del defunto marito) alla miglior attrice del momento (la Kidman) dispensi un regista dal curarsi dell'organicità del prodotto finale.
Evidentemente invece Jonathan Glazer ha ritenuto che centrare il film sull'espressività della Kidman (che è fantastica, oltre che bellissima) con ripetuti primi piani a scrutare ogni minimo turbamento sarebbe bastato a portare a casa la pagnotta.
Il film invece ha molti difetti, a partire dal finale, a nostro giudizio approssimativo e frettoloso, e in sgradevole e ingiustificato contrasto con la (giustificata) lentezza del resto della pellicola. Poi la scelta di far recitare il bimbo con una voluta catatonia espressiva non ci sembra adeguata: non è un film dell'orrore, e il tema richiedeva a nostro giudizio che il personaggio del bambino interagisse con maggiore variabilità di sentimenti. Non ci hanno invece nè scandalizzato, nè disturbato, nè grottescamente divertito (come qualche imbecille in sala) le scene più scabrose tra il bambino e la Kidman: ne abbiamo anzi apprezzato il coraggio, specie in tempi in cui la sensibilità anti-pedofilia è tarata al massimo, e a volte oltre. Ma con un'interprete così qualche idea in più (le possibilità non mancavano, perdiana !) e una distribuzione più attenta dei picchi emotivi avrebbe portato a un risultato certamente più interessante e riuscito.

Spadini

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