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La recensione di Beppe Spadini

UNA LUNGA DOMENICA DI PASSIONI

Che dire? Immaginiamo che qualcuno possa trovare lo stile di Jean Pierre Jeunet stucchevole o eccessivamente ridondante: a noi piace, e tanto. Folgorati da "Amelie" e dalla sua protagonista (Audrey Tautou) non potevamo mancare all'uscita del nuovo film del sodalizio ragista-attrice, e certo non siamo andati delusi. Come nel film precedente, non è privo di difetti: qui molta carne al fuoco con un evolversi fin troppo frenetico della vicenda, e un finale non brutto ma non certo indimenticabile, che lascia un po' l'amaro in bocca dopo aver assaporato per tutto il film un esito adeguato all'ampio respiro della pellicola.
Ma a suo merito vanno: l'aver descritto, col "pretesto" di una storia d'amore, quell'incredibile, demente mattanza che fu la Grande Guerra con straordinario (iper)realismo; una sceneggiatura congegnata come un giallo molto (come detto, forse troppo) ricca di rimandi e colpi di scena ma altrettanto attenta a rimanere coerente e lineare; scenografie, effetti visivi, uso del flash-back, colonna sonora (il mitico Badalamenti di Twin Peaks), luce, fotografia che rappresentano il marchio dell'autore e che personalmente adoriamo. Insomma, forse Jeunet si è fatto prendere un po' la mano, rendendo la vicenda così densa di fatti e personaggi (c'è spazio anche per un incisivo cameo di Jodie Foster), ma applaudiamo il coraggio di essere uscito dal minimalismo di Amelie per raccontare la Storia con la S maiuscola valendosi dell'amore di 2 ragazzi e dei tanti umili di cui i libri non parlano mai.

Spadini

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