Comune di Ravenna (RA)
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- Frazioni: Camerlona, Casalborsetti-Primaro, Fornace Zarattini, Lido di Magnavacca, Lido Adriano, Lido di Classe, Lido di Savio, Mandriole, Marina di Ravenna, Marina Romea, Mezzano, Pialassa Baiona, Pialassa Piombone, Piangipane, Pineta San Vitale, Porto Corsini, Punta Marina Terme, San Michele, San Romualdo, Sant'Alberto, Sant'Antonio, Savio, Torri
- Numero di abitanti: 138204
- Altitudine (metri): 4
- Superficie (kmq): 653
- Cap: 48100
- Prefisso telefonico: 0544
- Distanza dal capoluogo di provincia: 0
Ravenna è conosciuta in tutto il mondo per i mosaici conservati nelle sue basiliche bizantine, pertanto una visita alla città non può prescindere da queste chiese. San Vitale (VI secolo) - Caratteristica per la pianta ottagonale, la chiesa è considerata il monumento più bello dell'arte bizantina. Qui, nelle pareti laterali, si possono ammirare due grandi pannelli che rappresentano Giustiniano e Teodora. Adiacente alla basilica è il piccolo Al patrono della città Sant'Apollinare sono dedicate due basiliche, una in centro e l'altra a circa 5 km dall'abitato. Sant'Apollinare Nuovo (VI secolo) fu eretta da Teoderico e pertanto nacque come basilica ariana e solo successivamente venne consacrata al culto cattolico. La basilica sorge accanto a una costruzione che, ancorché erroneamente, è sempre stata chiamata "Palazzo di Teoderico", forse perché nel suo interno si conservano frammenti del pavimento musivo della reggia di Teoderico. Di ampio respiro è la basilica di Sant'Apollinare in Classe (VI secolo), con uno stupendo catino absidale sul quale si ammirano la Trasfigurazione di Cristo sul monte Tabor e la figura di Sant'Apollinare. Entrambe le basiliche hanno un campanile cilindrico (X-XI secolo) alto circa 40 metri. Non vanno dimenticati, infine, i mosaici del Battistero Neoniano (V secolo) e del Battistero degli Ariani (VI secolo). Quest'ultimo si trova nella piazzetta prospiciente la Chiesa dello Spirito Santo. Chiesa e battistero fanno parte di un rarissimo complesso goto. Ravenna è anche la città di Dante. Qui il poeta trascorse gli ultimi anni della sua vita e compose le cantiche conclusive del Paradiso. Dante morì a Ravenna il 14 settembre del 1321 di ritorno da una ambasceria a Venezia per conto della famiglia ravennate dei Da Polenta, presso la quale il "ghibellin fuggiasco" aveva trovato rifugio. I funerali di Dante si svolsero nella chiesa di San Francesco, una sobria ed elegante costruzione del X-XI secolo. Sotto all'altare maggiore è possibile vedere il pavimento, sommerso dall'acqua, della chiesa precedente, costruita nel V secolo e dedicata agli apostoli Pietro e Paolo. La chiesa sorge nella "zona dantesca", il cui cuore è costituito dalla Tomba di Dante, opera dell'architetto ravennate Camillo Morigia (1780). Altro importante luogo dantesco è la chiesa di Santa Maria in Porto Fuori (XI secolo), a pochi km dalla città, dove, oltre a tracce di affreschi di scuola riminese giottesca, è conservato il bellissimo sarcofago di Pietro Peccatore, ricordato da Dante nel XXI canto del Paradiso ("e Pietro Peccator fu' nella casa/di Nostra Donna in sul lito adriano"). Entrambe del V secolo sono la basilica di San Giovanni Evangelista, eretta da Galla Placidia per un voto fatto al Santo durante una tempesta mentre stava viaggiando per mare verso Ravenna, e la chiesa di Sant'Agata Maggiore. Del periodo della dominazione veneziana restano il Palazzetto che si affaccia sulla Piazza del Popolo, due colonne erette nel 1483 il cui basamento è stato scolpito da Pietro Lombardo, e la Rocca Brancaleone, una imponente fortezza all'interno della quale si svolge la grande estate musicale ravennate (Ravenna Festival, Ravenna Jazz, opere liriche...). I musei e le istituzioni culturali - Il Museo Nazionale, presso la basilica di San Vitale, contiene interessanti collezioni di monete romane, di avori bizantini e medioevali e una ricchissima oploteca. Famosissimo il Museo Arcivescovile, dove si può ammirare uno dei gioielli più preziosi dell'arte bizantina: la cattedra del vescovo Massimiano (VI secolo). Molto interessante la cappella privata degli arcivescovi (Oratorio di Sant'Andrea) con raffigurazioni musive. In una parete si legge il conosciutissimo verso: "Aut lux hic nata est aut capta hic libera regnat" (O la luce è nata qui, oppure imprigionata qui vi regna libera). Nella Pinacoteca, che si affaccia sul giardino pubblico con la armonica Loggetta Lombardesca, si conserva la statua funeraria di Guidarello Guidarelli, opera di Tullio Lombardi. Nello stesso edificio trovano posto l'Accademia di Belle Arti e il Museo di Scienze Naturali, mentre nel giardino retrostante è stato costruito un Planetario (cupola di 8 metri) per la didattica e la divulgazione dell'astronomia. Tutto il complesso occupa l'ex Monastero di Porto, annesso alla basilica di Santa Maria in Porto (XVI secolo) nella quale è venerata l'immagine della Madonna Greca, un prezioso bassorilievo in marmo pario dell'XI secolo. Ricca di codici (fra cui il preziosissimo Codice di Aristofane dell'XI secolo) e di incunaboli è la Biblioteca Classense, con la bellissima Aula Magna e la Sala delle scienze, dove si possono ammirare due globi seicenteschi di Vincenzo Coronelli. Appena fuori città, oltre il cavalcavia ferroviario nella zona del porto, si erge maestoso il Mausoleo di Teoderico (VI secolo), in sasso d'Istria. Nel piano superiore, al centro, si trova una vasca di porfido dove molto probabilmente venne riposto il corpo del re goto. La copertura del monumento è costituita da un monoblocco di sasso d'Istria di quasi 300 tonnellate che ancora oggi fa discutere gli esperti circa il modo con cui esso è stato issato.Fuori città, lungo l'argine destro del fiume Ronco, è stata innalzata la Colonna dei Francesi (XVI secolo), un pilastro che ricorda il luogo della battaglia di Ravenna, dove perse la vita Gastone de Foix e della quale fu testimone oculare Ludovico Ariosto, che la descrisse in un sonetto. In periferia è possibile ripercorrere anche i luoghi caratteristici della cosiddetta Trafila Garibaldina. In località Mandriole esiste ancora la casa (Cascina Guiccioli) dove furono ospitati Garibaldi e Anita. Qui una lapide ricorda la morte di Anita e, poco distante, è stato innalzato un "cippo" nel luogo dove venne ritrovato il corpo. Lungo la strada che collega Ravenna con Porto Corsini è stato ricostruito il Capanno Garibaldi, dal quale iniziò la seconda fase della "trafila". Nella zona sud, dopo il ponte sui Fiumi Uniti, si estende la zona archeologica di Classe, dove sono stati portati allo scoperto strutture portuali bizantine risalenti al V e VI secolo, necropoli e una strada. Nella zona si trovano anche gli scavi che hanno portato alla luce la basilica di San Severo (VI secolo). I dintorni di Ravenna, infine, sono ricchi di pievi, fra le quali San Cassiano in Decimo (IX secolo) a Campiano, Sant'Apollinare in Longana (XI secolo) nell'omonima località e le pievi di Pievequinta (X secolo), San Pietro in Vincoli (XI-XII secolo) e San Pietro in Trento (X secolo). Di grande interesse naturalistico sono le pinete, cantate da Boccaccio, Dante e Byron, ma soprattutto l'Oasi di Punte Alberete, alla quale si accede a una decina di chilometri dalla città, lungo la strada Romea Nord che conduce a Venezia. È una delle "zone umide" più importanti d'Italia con pioppi, salici, frassini, olmi e vegetazione acquatica. In questa zona, a un tiro di sasso dalle ciminiere, volano l'ibis mignattaio, il tuffetto, le garzette, ma soprattutto gli aironi, che in questa zona nidificano.
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