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Castello d'Argile 

Comune di Castello d'Argile (BO)
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  • Frazioni: Venezzano, La Crocetta, Madonna dei Ronchi
  • Numero di abitanti: 5047
  • Altitudine (metri): 23
  • Superficie (kmq): 29
  • Cap: 40050
  • Prefisso telefonico: 051
  • Distanza dal capoluogo di provincia: 20
CENNI STORICI
Trovandosi al centro di un'area sicuramente abitata nel periodo di dominazione romana, è probabile che già allora anche in questo territorio vi fosse qualche insediamento, sia pur minore, di coloni romani.
Un nucleo abitato e coltivato è citato come "Fundo Argele" tra i beni donati da un marchese al Vescovo di Bologna nel 946, dopo un oscuro periodo di dissesti idrogeologici, dominazioni barbariche, lotte per la conquista delle terre tra Conti, Marchesi, Vescovi e Monasteri, con giurisdizioni civili o religiose incentrate a Bologna, a Modena, a Ravenna e in Toscana.
E' probabile un'appartenenza di Argele, insieme al persicetano, ai duchi di Modena per un incerto periodo; poi, dal 946 al 1223, Argele fu proprietà del Vescovo di Bologna.
Dal 1223 la Comunità di Argile, insieme alle altre della pianura circostante e della collina, fu sottoposta alla giurisdizione del Comune di Bologna e dei suoi organi di Governo, seguendone le vicende di potere.
Tra il 1354 e il 1360 il primo nucleo abitato di Argele, che si trovava in Bisana, circa mezzo chilometro più ad ovest di quello attuale, fu distrutto dalle truppe di fazioni dei Visconti in lotta per la conquista di Bologna.
Nel 1380, il Senato di Bologna ordinò la ricostruzione del centro abitato in forma di castrum, o Castello fortificato su pianta rettangolare, circondato da palancato in legno e fosse piene d'acqua, con due porte e relativi ponti levatoi per l'accesso.
Il progetto e la realizzazione del Castello d'Argile furono diretti da due dei migliori architetti bolognesi del tempo: Lorenzo da Bagnomarino e Berto Cavalletto.
Per valorizzare questo luogo, posto sul confine col turbolento territorio centopievese, il Comune di Bologna promosse il Castello d'Argile a sede di Vicariato, con giurisdizione sulle confinanti comunità di Argelata (comprendente allora Venezzano), Bagno e Volta Reno.
Nel 1460, dopo una ennesima rottura di argini, il Reno, che scorreva più ad ovest, fu deviato e inalveato nel corso attualmente esistente, separando da Argile il piccolo territorio di Bagnetto, chiuso tra il Reno vecchio e quello nuovo.
Tra il 1462 e 1479 la comunità di Venezzano (già citata anticamente come Venegiano o Veneçano e con propria chiesa di S. Maria) venne separata dal comune di Argelata, acquisendo una sua autonomia di Comune, pur nell'ambito del Vicariato di Castello d'Argile.
Nel corso del secolo 1400 il territorio di Argile fu teatro di numerose battaglie e passaggi di truppe, in particolare nel 1402, 1428, 1443 e 1445, subendo assedi, assalti e distruzioni a causa delle lotte tra eserciti guidati da capitani di ventura, assoldati da pontefici o Signori (Gozzadini, Canetoli, Visconti...).
Nella seconda metà del 1400, tutto il bolognese fu sottoposto alla Signoria dei Bentivoglio. Dal 1513 Bologna con tutto il suo contado entrò a far parte stabilmente dello Stato Pontificio, e fu governata dal Legato Papale e da un Senato composto da nobili.
Nel corso dei secoli 1600 e 1700, il Castello d'Argile e tutto il territorio del suo Vicariato subirono nuove incursioni di truppe, distruzioni e altre rotture del fiume Reno; cosicché le comunità locali si impoverirono, rimanendo con pochi abitanti: contadini, braccianti, artigiani precari.
Caduto lo Stato Pontificio nel 1796, nel periodo di dominazione napoleonica, il comune di Argile fu sottoposto a diverse giurisdizioni e accorpamenti, sempre però nell'ambito del Cantone o Distretto di Cento e di Pieve.
Dopo la Restaurazione dello Stato Pontificio (1815) Argile fu sede provvisoria di una Delegazione Circondariale nel 1817, poi fu sottoposto al Comune di San Pietro in Casale (1818-1820), e infine al Comune di S. Giorgio di Piano (1820-1828).
Il 1828 può essere considerata la data di nascita del Comune di Castello d'Argile con il territorio che poi gli è rimasto nel tempo, fino ai giorni nostri, con la frazione di Venezzano compresa.
Al momento della nascita del Regno d'Italia, nel 1861, il territorio comunale fu così confermato.
Il Castello d'Argile di oggi è il frutto di un lento processo di rinascita e sviluppo, iniziato intorno al 1820-1830, con la ricostruzione ad uso abitativo delle due Porte, allora ridotte a pezzi di muri diroccati.
Il centro storico è stato ridisegnato nel corso del 1800 con la costruzione di case bracciantili e botteghe allineate lungo la via principale e poi su quelle laterali.
La piazza è stata creata nel 1870, dopo un incendio e l'abbattimento di vecchi edifici bracciantili in centro, posti di fronte alla nuova Chiesa costruita tra il 1859 e il 1863.
Seguì la costruzione del Palazzo degli Artieri (o artigiani) nel 1870 e la costruzione del Municipio (1874); entrambi opere dell'ingegnere bolognese conte Annibale Bentivoglio (progettista anche dell'Oratorio di S. Anna, in stile neogotico, costruito nel 1883).
Dal 1975 (circa) il paese sta vivendo una fase di notevole espansione urbanistica e ricrescita della popolazione (dopo un esodo massiccio negli anni 1950-1970), sia nel capoluogo che nella frazione.
La creazione di una ottantina di aziende artigianali e industriali (tra le quali alcune di rilievo, soprattutto nel settore metalmeccanico), ha arricchito e diversificato una realtà economica che fino a pochi decenni fa era basata soltanto sull'agricoltura.

I MONUMENTI
Chiesa di San Pietro
Si affaccia su Piazza Gadani; è affiancata da un bel campanile, ideato e costruito da Giuseppe Brighenti tra il 1835 e il 1840. La Chiesa è stata costruita dallo stesso Brighenti tra il 1859 e 1863.
E' di impostazione classicheggiante, con colonne in stile ionico, su pianta a croce latina, con cupola e semicatino affrescati all'interno dai pittori Cesare Mauro Trebbi di Bologna, Antonio Mosca e Francesco Fabbri di Pieve nel 1900.
Su una parete dell'attuale sacrestia rimasta in piedi dal tempo della costruzione della chiesa del 1380 (abbattuta nel 1859), sono conservati frammenti di un pregevole e raro affresco, attribuibile, con buone probabilità, a Simone dei Crocifissi, e raffigurante una crocifissione.
All'interno della Chiesa attuale si trovano altre pregevoli opere, in particolare un piccolo crocefisso processionale in argento brunito, opera probabile di un valente scultore bolognese della fine del 1500 (risulta morto e sepolto in Argile, nel 1609, ser Alessandro Menganti...). Ci sono inoltre tre grandi quadri di fattura seicentesca: un Cristo in Croce tra i Santi Sebastiano e Rocco, una composizione dei 15 Misteri del Rosario con statua della Madonna al centro (realizzata nel 1844 in sostituzione di una più antica), una Madonna con Bambino in gloria con varie figure di santi.
Nel primo altare a destra è conservata la statua di San Francesco, di fattura settecentesca, portata qui dal Convento dei Ronchi nel 1811, dopo la chiusura di quel Convento con Chiesa. Il ciborio dell'altare maggiore, con tribunetta in marmo bianco, è opera dello scultore Armando Scannabissi, del 1903.
La pala dell'altare maggiore, raffigurante La liberazione di San Pietro apostolo è opera del pittore Natale Selleri, di Padulle.
La balaustra in marmo e ferro battuto, che separa il presbiterio dalla navata centrale, fu disegnata dall'architetto Giuseppe Rivani nel 1933. Dietro l'altare maggiore si trova ora, dopo un recente restauro (opera di Marco Fratti di Modena), l'antico e apprezzato organo costruito nel 1850 (per la chiesa vecchia) da Giuseppe Guermandi, e originariamente collocato in alto a destra (fino al 1936).
Chiesa di Santa Maria di Venezzano
Svetta fra i campi coltivati della pianura questo snello ed imponente complesso che accanto al classico campanile affianca una maestosa Chiesa in stile neogotico tedesco con cupola alta 44 metri.
La Chiesa fu realizzata a partire dal 1894 su progetto dell'Ing. Francesco Gualandi di Bologna in collaborazione con il figlio Giuseppe, e terminata nel 1933: lo stile gotico-fiorito, non certo comune per il territorio e per l'epoca di costruzione, ne fanno comunque un sicuro motivo di interesse architettonico.
A croce latina con tre navate ed abside poligonale, è sormontata da una possente cupola sostenuta da otto pilastri polilobati con un tamburo a dodici lati e rappresenta un originale esemplare di arditezza statica, è infatti uno dei primi esempi di applicazione del cemento armato nell'arte.
All'interno ancora l'originalità dello stile si manifesta fra l'altro nell'altare maggiore dedicato alla Vergine e nei due altari laterali dedicati a San Giuseppe ed al Sacro Cuore in cemento marmorizzato bianco con numerose edicole di santi e raffigurazioni sacre.
Interessanti pure la cappellina della Madonna di Lourdes e soprattutto la Via Crucis plasmata personalmente (come tante altre immagini degli altari) in terracotta fra il 1927 ed il 1928, da Mons. G. Branchini il parroco che volle e costruì questa Chiesa.
Le ampie vetrate istoriate delle navate e dell'abside ed i rosoni, rappresentanti scene bibliche sono in parte opera dell'architetto Gallignani.
Dietro l'altare vi è un buon organo: una delle ultime opere del Guermandi. Il campanile, costruito fra il 1863 ed il 1873, è opera di Giuseppe Brighenti mentre l'ottimo concerto di campane è del fratello Clemente.

Altri monumenti
Ex convento e chiesa dei Ronchi di Venezzano, Osteria della Stella, Torre Marsigli, Villa padronale e oratorio della Commenda, Oratorio della Madonna delle Grazie, Villa Filippetti e oratorio di S. Anna, Palazzo delle opere parrocchiali, Oratorio dei Bagatta, Monumento ai caduti.

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Ultimo aggiornamento 05.01.21 :: :: Admin
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